Corrado Pigna – Il mio Elbaman

Riportiamo con grande piacere un resoconto dell’intensa esperienza vissuta dal nostro amico e collega, ingegner Corrado Pigna, che lo ha portato a partecipare e a concludere il suo primo Ironman.

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Mi chiamo Corrado Pigna ho 55 anni e sono felicemente sposato con Cristina (Ciclista, Podista, Triathleta). Abbiamo 3 meravigliosi figli (Eva 28, Emanuele ed Edoardo 25 anni)!
Tutti come me sportivi praticanti agonisti (Ciclismo, Corsa e Triathlon).
E’ difficile poter raccontare in poche righe una esperienza così intensa come quella che ho vissuto partecipando e completando con grande felicità il mio primo Super Lungo (3,8km nuoto/180 Bici/42,195 Corsa “Ironman” con buona pace della marchio registrato) e nello specifico “Elbaman” riconosciuto come uno dei percorsi più belli e duri.
Soprattutto non si può cominciare senza dire la prima cosa che spero possa essere utile per chi legge e cioè che per arrivare a questo traguardo, che definire estremo non credo sia una esagerazione, è necessaria una programmazione degli allenamenti, supportata da persone esperte, la cui durata e tipologia dipende dallo stato fisico e tecnico da cui si parte nella 3 discipline coinvolte. Nel mio caso tutto è cominciato nel 2013 quando dopo oltre 15 anni di gare in Bicicletta (GF e MF) decisi di mettere in pratica un pensiero che balenava nella mia testa da molto tempo: diventare un giorno un Triathleta ed ancor di più un Ironman.
Dalle idee passai alla pratica, contattando le società principali della mia regione (Lazio), trovate consultando il sito della FITRI ed alla fine scelsi con una certa difficoltà considerando la qualità di tutti i teams consultati, la Forhans. 
All’amico Francesco Quintiliani, che accolse nel Team me e la mia famiglia di sportivi, confidai subito il mio obiettivo nonché sogno (un giorno vorrei essere un Ironman…) e lui fu chiaro nel dirmi: “caro Corrado la Triplice è una disciplina dura per persone toste dove non si improvvisa nulla a partire da uno Sprint figuriamoci per partecipare ad un 70.3 ed ancor di più ad un Ironman quindi ventre a terra con la preparazione, partecipa in progressione alle gare sulle varie distanze ed al momento opportuno si vedrà”.
La premessa è stata necessaria per confermare prima di tutto che il grande Francesco aveva ed ha avuto ragione su tutto e questo lo posso affermare ora avendo completato un ciclo di 4 anni che, come aveva raccomandato lui, è trascorso preparandomi in progressione e partecipando a molte gare su tutte le distanze: Sprint, Olimpico, 70.3, per arrivare lo scorso novembre a partire coll’ultima fase cioè una preparazione finalizzata di 10 mesi per partecipare ad Elbaman.
La preparazione però non poteva essere improvvisata o “scaricata” da internet e quindi anche in questo caso Francesco è stato prezioso nel presentarmi l’amico Luca Marino, responsabile e coordinatore dell’Ironteam Italia, al quale affidare appunto la preparazione professionale che mi serviva.
Ho quindi cominciato con Luca nel nuoto e con Leonardo Fiorella per la parte atletico ciclistica nonché tutto il gruppo eccezionale di amici anch’essi con obiettivi simili al mio, i duri allenamenti ed il percorso che mi avrebbe portato a rendere reale il mio sogno ed ambitissimo traguardo: diventare un Ironman.
Tutto è andato come previsto anche per una concomitanza fortunata in ambito lavorativo che mi ha consentito di allenarmi con costanza seguendo i programmi di Luca e Leonardo. 

Finalmente ci siamo, arriva la settimana fatidica quella che mi avrebbe portato ad Elbaman.
Venerdì 23 Settembre con la mia amatissima compagna di vita ed avventure sportive Cristina (come detto ciclista di livello e triathleta anche lei..), partiamo di buon ora; abbiamo una bella nave che ci aspetta a Piombino alle 12.30. Tutto come nel sogno iniziato oltre 3 anni prima!! Arriviamo a Campo dell’Elba in una bellissima giornata (il tempo sarà poi splendido per tutto il fine settimana gara inclusa…).

L’emozione comincia subito forte con la registrazione, il ritiro del pacco gara con inclusa firma su foglio gara e punzonatura col mitico braccialetto (di colore rosa per i partecipanti al “full” ) che ci avrebbe accompagnato fino ed oltre la fine della gara. Il resto del venerdì relax in spiaggia.
Sabato 24 mattina, dopo una bella dormita ed una ricca colazione, ricognizione sulla prima salita del percorso bici, con inclusa foratura (mi dico meglio ora che domani …..), una bella nuotata con Cristina e poi come da regolamento, check-in della Bici in Zona Cambio (l’emozione ma anche l’agitazione oramai sale esponenzialmente…). Tardo pomeriggio cena poi in stanza dove, verso le 21, mi ero programmato un ulteriore spuntino di avvicinamento alla colazione delle 5 di domenica mattina per non mangiare troppo a ridosso della partenza.

Ci siamo, sono le 4.40 di domenica 25 Settembre. Alle 6 dopo la citata colazione, esco dall’Hotel ed insieme a tanti altri nel buio totale ed una temperatura piuttosto fresca, andiamo in Zona Cambio per posizionare le borse, sistemare le borracce ecc.
6,30 si va in spiaggia, sembriamo un po’ tutti delle anime in pena anche se sorridenti…Abbiamo le mute ma fa freddo. L’acqua invece per contrasto è tiepida e quindi ci tuffiamo in quella meravigliosa piscina della baia di campo dell’Elba per “scaldarci” in attesa di essere richiamati dai giudici per entrare in griglia.
Ore 7 ci siamo è la partenza nella bellissima baia ancora avvolta nella penombra albeggiante che a malapena consentiva di vedere le prime boe direzionali del percorso nuoto.
Nel percorso Lungo siamo oltre 300 (alle 8 partiranno oltre 500 partecipanti al 70.3) però la partenza come immaginavo è meno frenetica del solito perché tutti sanno che siamo solo all’inizio di una prova impegnativa che raccomanda prudenza. Per un avvio tranquillo è perfetto. La partenza del nuoto e le relative tonnare non mi piacciono ed inoltre gareggiando colle lenti a contatto ho sempre il terrore di ricevere colpi in faccia dalle conseguenze devastanti (senza lenti sono cieco come una talpa…)
Fuori come detto la visibilità è scarsa ma è meraviglioso e “rassicurante” vedere il fondo ed anche chi nuota vicino.

Per fortuna tutto procede bene l’alba si fa avanti e rapidamente le boe gialle direzionali del primo lungo lato di oltre 850 metri si fanno vedere. Mi sembra di nuotare bene ed infatti alla fine del primo giro da 1,9 km, quando esco dall’acqua per poi rituffarmi ed iniziare il secondo giro, butto un occhio al Garmin e vedo con soddisfazione il tempo: 36’30”. Il secondo giro conferma le buone sensazioni e così mi trovo ad uscire dall’acqua alla fine della frazione di nuoto in 1h14….Ottimo sono sotto il tempo che avevo programmato considerando inoltre che il percorso è poi risultato un po’ più lungo (circa 4km). Percorro di buona lena i 200 metri verso la zona cambio, prendo la borsa ed entro nella tenda per cambiarmi, volutamente con calma e cominciare la mia frazione di punta cioè la bici. Saranno 3 giri duri di un percorso difficile che da solo può essere considerato sicuramente una Gran Fondo di medio alta difficolta con i suoi 180km e gli oltre 2500 metri di dislivello (alla fine a me risulteranno 2830…). La giornata è per fortuna splendida con solo un po’ di vento di tramontana che nel versante nord del giro soffia in faccia ma nulla di particolarmente fastidioso ed inoltre l’aria è così nitida da consentire spettacolari scorci della Corsica.

La fatica è tanta ma certamente lo scenario meraviglioso aiuta molto. Finisco il primo giro quando incrocio con lo sguardo la mia meravigliosa Cristina che è sempre li pronta con ad incitarmi ed emozionarmi. Vedo che sto andando bene anzi forse troppo forte perché sono sotto il tempo programmato e devo assolutamente controllarmi evitando di farmi prendere la mano nella frazione a me più consona e quindi arrivare alla fatidica Maratona senza le energie necessarie. All’inizio del secondo giro ho avuto il primo vero momento di difficoltà fisica ma soprattutto mentale. Comincio infatti a pensare tra me e me: “se sono stanco ora quando mi mancano ancora 100km in bici come posso pensare di completare e soprattutto continuare con una i fatidici 42,195 metri di corsa?” Anche a questa crisi mi ero però preparato perché sapevo che sarebbe arrivata e se questa consapevolezza di per se non risolve il problema mi ha aiutato però a ragionare. Ho quindi scalato qualche dente nella prima salita (Sant’Ilario..) e mentre salendo in agilità davo un po’ di ossigeno ai muscoli, nella testa ho eliminato i pensieri negativi evitando di soffermarmi su quello che mi mancava ancora concentrandomi invece sul fatto che stavo vivendo il mio famoso sogno e che alla fine lo avrei raggiunto. Tutto dipendeva da me.
Il secondo giro di bici è finalmente andato! Passando per iniziare il terzo giro incrocio ancora lo sguardo complice di Cristina che mi urla : “dai Corrado comincia l’ultimo giro…” sarà per questo importante incoraggiamento che con stupore ho notato che pur se naturalmente stanco il morale ed anche le forze stavano risalendo a gran velocità. Ad ogni metro bastava ripetere che era l’ultima volta che sarei passato di li e quindi oramai stavo percorrendo gli ultimi km delle seconda frazione della mia impresa. Completo con energie ritrovate il terzo ed ultimo giro in bici che, pur se più lento dei primi due anche per il margine guadagnato nei primi km, non pregiudica il mio tempo consentendomi di completare la seconda frazione in 6h55, solo 5 minuti in più di quanto avevo programmato. Il tempo totale è ancora in linea con le più rosee aspettative quindi il mio sogno di completare ed il traguardo di arrivare sotto le 13 ore, è tutto rimesso nella durissima Maratona finale!
Dopo aver riposto la bici sulla rastrelliera entro nella tenda con la seconda borsa, cambio la maglietta, infilo le scarpe, esco dalla Zona cambio e chi trovo agile come un folletto e bravissima a non perdermi mai? Cristina naturalmente già pronta per seguirmi ed incitarmi negli ultimi durissimi 6 giri da 7 km che mi separano dalla fine.

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Sto incredibilmente bene e forse questo non mi dovrebbe meravigliare tanto ripensando ai lunghi mesi di preparazione con i grandi coach dell’Ironteam che certamente mi hanno fatto arrivare al grande evento nelle condizioni per me ideali e con tutte le possibilità di farcela.
Il primo giro la gambe girano ed anzi mi impongo subito di non scendere sotto i 6’ al km. In questi ultimi anni oltre alle gare di Triathlon e le Gran Fondo in Bici ho fatto molte gare di corsa fino alle 21 km ma sopra queste distanze, a parte un paio di recenti allenamenti di 30km, volutamente non ci sono mai andato per salvaguardare ginocchia e caviglie che sono sempre state i miei punti più delicati. In effetti una maratona ufficiale l’ho fatta però nel lontano 1998 quando decisi quella volta in maniera del tutto non programmata ed incosciente di preparare la Maratona di Roma in 4 mesi. La completai non so come in 5 ore e se da un punto di vista prestazionale non è certo qualcosa da rimarcare per la mia carriera sportiva fu un momento importante perché finita quella gara capii che la fatica mi piaceva ma dovevo “ cambiare” sport….e fu così che cominciai a gareggiare in Bici.
Valeva la pena fare questo cenno perché alla base di tutto forse c’è proprio questo episodio. Torniamo però ora all’impresa.
Anche il secondo giro tutto sommato scorre bene anche se comincio a rendermi conto che non sono più io che mi sto limitando nel passo ma è la fatica che rende anche i 6’ x km una andatura che mi sembra velocissima. La lucidità non mi abbandona ed infatti proseguo col programma stabilito di rallentare a tutti i ristori intervallati ogni 2km, alternando acqua coca-cola, sali e almeno una volta a giro anche un pezzo di banana e/o frutta secca (mandorle). Termino il 3 giro che significa mezza maratona! Questo dovrebbe aiutarmi viceversa mi porta alla seconda (dopo quella in bici) e più importante crisi perché guardo il tempo vedo che dall’inizio sono oramai trascorse quasi 11 ore, sono veramente stanco e quindi piuttosto che continuare a ripetermi che sono a “soli” 21 km dalla fine mi torturo pensando che mi manca ancora una “Roma Ostia” intera! Anche in questo caso è stato determinante passare vicino a Cristina che capendo il momento difficile con un sorriso, una carezza sulla mia mano mi ha spronato dicendomi: “dai Corrado che ci sei”. Poche parole, un gesto ma è stato sufficiente per ricaricarmi ancora una volta e soprattutto per invertire il concetto del famoso bicchiere che non solo non era mezzo vuoto ma era quasi pieno. Al riguardo poi ci faremo tante risate con Cristina vedendo i suoi scambi con i nostri figli via “WhatsApp” mentre raccontava in diretta tutte le fasi con commenti, interpretazioni delle mie espressioni “forse molla anzi no…” ed il fatto che a macchia d’olio tutto veniva poi distribuito in rete agli amici degli amici creando un patos virale in tutti. Del resto in gara c’era IRONMAN perché questo era oramai il soprannome che figli ed amici mi avevano dato e che ora era arrivato il giorno finalmente di onorare e non “millantare”.

Arriva quindi il 4° poi il 5° giro che percorro quasi in trans. Il passo medio si è alzato anche perché 10-20 secondi li spendo sempre, meglio dire li “investo”, quando come già detto rallento al ristoro per bere. Se non avessi rispettato, sia in bici che ora nella corsa, scrupolosamente l’alimentazione e l’idratazione non sarei arrivato a questo punto. Molti compagni di avventura (alla fine saranno oltre 50) vedo che si fermano! Con tutta la volontà e la rabbia non riescono a proseguire e si devono ritirare tra le lacrime.
Devo resistere, continuare , arrivare alla fine!
Ci siamo è oramai quasi notte perché sono le 19 (siamo a fine settembre) quando passo per l’ultima volta davanti al traguardo per iniziare il sesto giro. Infilo al polso l’ultimo braccialetto che pur se facoltativo aiuta a non scordarsi, vista la poca lucidità, a che punto della corsa si è, guardo il tempo e vedo che sono a 12h9’ quindi posso ancora farcela anche se calo a 7’ per km ad abbattere la barriera delle 13 h.
Questo mi da un ultimo fondamentale impulso ed infatti invece di calare in progressione aumento. Comincia il conto alla rovescia dei km che mancano. Quando arrivo al 40° comincio a rispondere alle ancora tantissime persone lungo la strada che fanno il tifo urlando: sono alla fine, sono alla fine….le urla della gente ed il tifo allora aumentano ed io metto le ali ai piedi. Comincia l’ultimo km sto correndo veloce ed infatti il 42° sarà incredibilmente il mio più veloce ad un passo di 4’58”. Arrivo nel centro del paese ultima curva che porta nella piazza del comune il traguardo è li davanti a me alzo le braccia, ci sono riuscito, la mia impresa è completata e mentre lo speaker urla il mio nome taglio il traguardo. Cristina è li ci abbracciamo mentre mi coprono ed infilano la medaglia di Finischer, piango. Sono un IRONMAN (sempre con rispetto al marchio registrato…..).

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Ho completato Elbaman alle 19.50 in 12h54’59” (anche il tempo sembra un segno del destino).
I parziali sono stati: Nuoto 1h14; T1 8’30”; Bici 6h54’;T2 4’30”; Corsa 6h32’.
95° assoluto, su circa 240 arrivati e secondo di Categoria M4 (55-59) su 13 arrivati.

Corrado Pigna, pubblicato il 16-10-2016

Author: Atletica APD OIR

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