APD-OIR è lieta di patrocinare la F.A. CUP – Subbuteo 2021
Gen20

APD-OIR è lieta di patrocinare la F.A. CUP – Subbuteo 2021

Passaggio, allungo, girello, tiro, deviazione…palo…gol!

La riproduzione del calcio… in punta di dito.

 

Nel decennio a cavallo degli anni 80, il Subbuteo, vincitore del premio internazionale del giocattolo nel 1974, era praticato da oltre 10 milioni di giocatori in 50 paesi al mondo.

È in questo periodo che nascono schiere di praticanti (occasionali, amatori e agonisti), ma anche di artisti (scultori e pittori), appassionati di modellismo e collezionismo. Un gioco che ha favorito la nascita di amicizie alimentate nel tempo grazie a raduni, meeting, tornei e fiere organizzati a livello regionale, nazionale e internazionale.

 

L’avvento dei videogiochi mise fine all’espansione commerciale del Subbuteo ma non fece venir meno l’amore di tanti appassionati che lo hanno continuato a praticare preservandolo e tramandandolo alle generazioni successive. Sembrerebbe una storia dalla fine scontata ma così non è.  Negli ultimi anni, infatti, si registra una sempre più evidente rivincita del Subbuteo. Il dilagare dei dispositivi digitali e il loro uso spesso incontrollato stanno spingendo sempre più persone, adulti e genitori in primis, a cercare alternative ludiche “analogiche” per sé stessi e per i propri figli.

 

Il Subbuteo combina strategia e abilità manuali con velocità di esecuzione e cambi di ritmo che lo differenziano dagli scacchi e dal biliardo con cui molto ha in comune. È un gioco divertente e coinvolgente in cui si vestono i panni dell’allenatore, del regista, del capitano, del portiere della propria squadra. È inoltre totalmente “analogico” e assolutamente “reale” e favorisce l’interazione e la socializzazione anche tra persone di generazioni diverse.

 

Ci si sfida su di un panno verde, intorno ad una tavola con la bellezza negli occhi delle atmosfere “old british” ricreate perfettamente da giovani e adulti – in salone, in cucina, in camera da letto ma anche in spazi ludici più ampi appositamente pensati ed organizzati per giocare a Subbuteo con tanti altri appassionati.

 

L’APD-OIR è lieta di patrocinare la F.A. CUP – Subbuteo 2021, un evento organizzato a Roma dal Centro Sportivo in Miniatura, che vuole ricreare e far vivere “in miniatura” lo spirito e l’ambientazione della più antica competizione calcistica ufficiale al mondo istituita nel 1871.

 

La speranza è che l’occasione, appena sarà possibile farlo nel rispetto delle norme di sicurezza sanitaria, possa essere di buon auspicio per tornare a socializzare intorno ad un tavolo, ascoltandoci e guardandoci negli occhi, di persona, lontani finalmente da schermi e monitor di qualunque tipo.

 

Le iscrizioni al torneo, prorogate fino al 21 febbraio 2021, proseguono a ritmo incessante e hanno già raggiunto numeri impressionanti spinta dalla presenza, particolarmente gradita, di giocatori dichiaratamente principianti, appassionati desiderosi di rimettersi in gioco dopo anni di inattività, amatori praticanti, tanti bambini e diversi loro genitori. E nei prossimi giorni potrebbero arrivare ulteriori sorprese in merito a partecipazioni prestigiose, restate sintonizzati con il centro sportivo in miniatura.

 

Per tutte le informazioni relative all’iscrizione, per scaricare il regolamento del torneo e per “rispolverare” le regole del Subbuteo tradizionale si può consultare la pagina dedicata e i link a seguire.

Il torneo è per tutti, puoi tornare a giocare anche tu…

Iscrizione F.A. CUP SUBBUTEO-2021

 

ed in attesa di giocarlo allenati!

Subbuteo ® – Regole per Esperti 1974

Subbuteo ® – Regolamento Community Old Subbuteo

Subbuteo ® – Regolamento FISCT

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locandina

locandina

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Battesimo dell’arco
Ott11

Battesimo dell’arco

Stiamo progettando una sezione “tiro con l’’arco” dell’Associazione Polisportiva e per questo, insieme alla Compagnia Arcieri Sagittario Roma abbiamo messo a disposizione una struttura, i materiali ed i loro istruttori per offrirvi quello che in gergo si chiama il “battesimo dell’arco”.

La data prevista è sabato 28 ottobre dalle ore 10:00 alle ore 17:00, presso la Compagnia Arcieri Sagittario di Roma, in via di Villa Spada 62.

Tutti gli iscritti all’ordine ed i loro familiari (dai 12 anni in poi) che vorranno provare a tirare con l’arco sono invitati a partecipare all’evento e presentarsi in via di Villa Spada 62, facilmente raggiungibile da via dei Prati Fiscali  (direzione salaria, vedi locandina).

La struttura ha un vasto parcheggio interno e nelle vicinanze è in funzione un bar-tavola calda.

Gli Istruttori del Sagittario, dalle 10:00 alle 13:00 e, nel pomeriggio, dalle 15:00 alle 17:00 sono a disposizione per dare i primi rudimenti e consentire la prova.

Per consentire una corretta programmazione si richiede di comunicare, entro il 21 ottobre, un paio di preferenze orarie, sarà nostra cura informarvi per tempo del programma di massima.

Tutti gli iscritti ed i loro familiari saranno seguiti gratuitamente da istruttori federali utilizzando inoltre le attrezzature ed i materiali messi a disposizione dalla compagnia Arcieri sagittario di Roma

Si allega locandina dell’evento.

Per iscrizioni e informazioni potete contattare l’Ing. Aniello de Ponte: aniello.deponte@tin.it.

Vi aspettiamo!

BOZZA locandina Open Day 2017

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BABBO NATALE A CASA TUA

UNA NOBILE INIZIATIVA SEGNALATACI DA UN AMICO A CUI ADERIAMO E DIAMO VISIBILITÀ CON PIACERE.

L’Associazione Italiana Sindrome “X Fragile” Onlus presenta l’iniziativa:
BABBO NATALE “X FRAGILE” A CASA TUA

Se abitate a Roma o nei dintorni e volete rendere unico il tradizionale scambio di regali la sera della Vigilia, potete prenotate la visita di uno splendido Babbo Natale, che all’ora stabilita si presenterà alla vostra porta con un lieto scampanellio per consegnare a grandi e piccini i doni da voi preparati.
Per la consegna dei doni direttamente a casa tua chiedono un contributo minimo di 70 euro che sarà interamente devoluto all’Associazione Italiana Sindrome “X Fragile” Onlus per realizzare la CLINICA X FRAGILE presso il Policlinico Agostino Gemelli di Roma.

Nell’allegato qui scaricabile o cliccando sulle due foto qui sotto troverete tutti i dettagli.babbo-natale-solidale-a-casa-tua_pagina_2babbo-natale-solidale-a-casa-tua_pagina_1

 

 
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Nella Danza del Tempo
Ott19

Nella Danza del Tempo

dell’Ing. Antonio Magliacano, Presidente della Sezione della nostra Polisportiva denominata:  Ingegneri d’Alta Quota.

 

Prigioniero del Tempo, in balia di attimi infiniti e di giorni ora lenti, interminabili, ora brevi, troppo brevi per dare forma ai sogni.

Solo, provando invano a seguire i passi della folle danza del Tempo.

Solo, sballottato senza un saldo appiglio nel mare del Tempo.

Un viaggio, un’esperienza durata un mese o forse un’ora o, più probabilmente, un’intera vita, una vita di pensieri, paure, sogni, esaltazioni, abbattimenti, fatica, gioia e tristezza, profonda nostalgia del profumo di casa.

Kathmandu mi accoglie con il solito caos fatto di umanità colorata, traffico impazzito, clacson in continua ed esasperante attività.

Amo questo posto e subito mi risento a casa; incontro i miei amici della Cho-Oyu trekking con i quali metto a punto gli ultimi dettagli della spedizione.

La stagione è particolarmente piovosa, il monsone non sembra abbia alcuna intenzione di mollare la presa, il trekking di avvicinamento al campo base si presenta poco agevole per le numerose frane lungo il percorso da affrontare.

C’è l’opportunità di prendere l’elicottero ad un prezzo ragionevole, non ci penso un attimo, domani si parte per Samagaun, l’ultimo villaggio dal quale inizia la salita verso il campo base del Manaslu.

Sono all’aeroporto e già il Tempo sembra voler iniziare a condurre la sua perversa danza, ore ad aspettare in sala di attesa nella speranza che il meteo migliori, gli elicotteri ed alcuni voli locali, diretti verso piccoli aeroporti dell’interno, non possono volare per ragioni di sicurezza, siamo in tantissimi, di tutte le razze, di ogni età, stravaccati su qualche sedile, appoggiati ad un muro, buttati per terra a chiacchierare, a dormire o a giocare a carte.

Niente da fare, si torna indietro a Kathmandu, per oggi non si vola, si torna in albergo a non fare nulla, ad aspettare domani…il Tempo rallenta e si dilata.

Il giorno dopo si riprova, stessa scena, gente rassegnata che aspetta, aspetta mentre fuori piove, piove senza sosta.

Dormicchi con la testa appoggiata a un tavolino quando una mano ti scuote, the helicopter sir, ready to fly.

Felicità, come aver vinto la lotteria, si parte, l’elicottero decolla ed il Tempo si restringe, quello che doveva essere un faticoso avvicinamento di cinque, sei giorni, si riduce a cinquanta minuti di volo, un viaggio emozionante tra valli, fiumi, montagne, sorvolando minuscoli villaggi arroccati in luoghi apparentemente inaccessibili, lontanissimi nello spazio e nel tempo.

A Samagaun c’è poco da fare, passeggio nei dintorni sino ad arrivare al tempio buddista posto su una collinetta che domina il villaggio.

E’ chiuso, busso, un monaco mi apre le porte di un luogo incantato, pieno di colori ed immagini che, in un istante, hanno il potere di trasportarti in una dimensione densa di profonda spiritualità, di nuovo il Tempo rallenta, mi fermo a pensare, forse a pregare, finché il Lama mi si avvicina e mi fa capire che una donazione sarebbe gradita; sorrido, è giusto così e do volentieri il mio piccolo contributo, d’altronde, come si dice, senza soldi non si cantano messe!

Il Campo base, come al solito, è una torre di Babele, sto nel settore internazionale ed i miei compagni sono tedeschi, indiani, danesi, svedesi, americani, nepalesi, giapponesi, cinesi, olandesi, turchi…tutti scalpitanti, tutti ansiosi di iniziare l’acclimatamento.

Sono un po’ preoccupato perché Pemba, il mio amico Sherpa, tarderà qualche giorno per completare una parte cruciale del corso che, nel giro dei prossimi due anni, lo porterà ad ottenere la prestigiosa qualifica di guida internazionale.

Il tempo intanto, quello meteorologico, è pessimo; piove, nevica, sembra che esca il sole ma, di nuovo, pioggia e neve senza tregua.

Nonostante l’assenza del mio Sherpa, riesco ad organizzarmi per iniziare l’acclimatamento; salgo una prima volta al Campo1, a 5.800m, riscendendo subito in giornata.

Due giorni di riposo e di nuovo salita al Campo1 dove passo la notte per poi percorrere, la mattina seguente, un tratto di strada verso il Campo2 e ridiscendere infine al Campo base.

Sto bene, mi sento in forma, non ho disturbi dovuti alla quota ma continua a nevicare!

Si susseguono continue, abbondanti nevicate e non si capisce bene cosa stia accadendo alle quote più alte.

Attesa, noia, giornate passate senza poter far nulla, si parla delle previsioni meteo, forse il 29 e il 30 settembre saranno le uniche date in cui si potrà tentare la vetta.

Troppi giorni senza poter far niente, due soli giorni per giocarsi il tutto per tutto!

Maledetto Tempo!

Finalmente arriva Pemba ma nevica, nevica, nevica…

Qualcuno inizia a pensare di rinunciare, se pure dovesse smettere il brutto tempo, in quota ci sono accumuli considerevoli ed il pericolo di valanghe è altissimo.

Il 27 settembre parto con Pemba verso il Campo1, il giorno dopo raggiungiamo il Campo2.

Divertente ed impegnativo il percorso tra i due campi, fatto di crepacci da attraversare su improbabili ed instabili scale di alluminio, altri profondi crepacci, piuttosto larghi, semplicemente da “saltare” in precarie condizioni con il notevole peso dello zaino sulle spalle, pareti di ghiaccio e tanta, tanta fatica dovuta alla quota che aumenta.

Dormiamo al Campo2 e la mattina siamo pronti a partire verso il Campo3 ma…nevica, nevica, nevica.

Ovunque enormi cornici cariche di neve, iniziamo a muoverci, non sono convinto, mi fermo, penso, penso che la mia vita non è soltanto mia, c’è qualcuno che la ama più di quanto io la ami, non ho la facoltà di decidere da solo; basta, oggi non salgo, si tenta domani anche se domani sarà troppo tardi, la finestra di bel tempo è una ed una soltanto…maledetto Tempo!

Seduto su un mucchio di neve mi trovo a filosofeggiare con Pemba sui limiti del rischio, su dove sia il confine tra pazzia, incoscienza ed un livello di rischio sostenibile anche in relazione al fatto che si sta tentando un’impresa estrema e non si sta certo facendo una tranquilla camminata in montagna.

Il giorno dopo c’è il sole e via verso il Campo3, posto a circa 7.000 m, sono sempre più stanco ma è normale, a pochi metri dal Campo3 però, improvvisa ed inaspettata, una crisi ipotermica, inizio a tremare come una foglia, non ho più un briciolo di forza, ho paura!

Pemba, nonostante sia carico come un mulo, prende anche il mio zaino, gli ultimi metri sono un calvario, mi infilo nella prima tenda che vedo e inizio a tremare, un tremore irrefrenabile, mi fanno male tutti i muscoli che sono scossi violentemente senza la possibilità di distendersi un istante, chiedo l’ossigeno, respiro lentamente e, finalmente, smetto di tremare, mi rilasso, mi calmo.

Sono le tre del pomeriggio e l’unico modo per tentare la vetta è quello di ripartire a mezzanotte perché domani è l’ultimo giorno possibile…maledetto Tempo!

Non posso, non ce la faccio, dovrei avere almeno un altro giorno di riposo ma il tempo è finito…maledetto Tempo!

Va bene, va bene così, c’è un po’ di rimpianto, sicuramente con l’ossigeno ausiliario ce l’avrei fatta ma no, su questo non transigo, niente da dire su chi utilizza l’ossigeno, per carità, ma io voglio arrivare solo dove le mie forze lo consentono, solo lì dov’è il mio limite naturale, con l’ossigeno è un altro sport!.

La mattina si scende, Campo2, poi giù verso il Campo1 che è ormai lì, a pochi passi, quasi si toccano le tende quando un appoggio, dove già erano passate decine di altri scalatori, improvvisamente, cede!

Non grido ma penso, in quella frazione di secondo, che sono legato alla corda di sicurezza, impreco e…cado nel crepaccio!

Vedo sfilare davanti ai miei occhi, come in una sequenza di un film al rallentatore, due enormi stalattiti di ghiaccio, mi preparo alla frustata della corda che si tende ma…stop, un colpo secco sui talloni, sono atterrato su una sorta di gradino dopo essere caduto per circa tre metri.

Pemba, da fuori, urla e mi chiede come sto; bene, sto bene; ti sei fatto male? No, sto bene, stiamo calmi e vediamo di uscire da questo cavolo di buco!

Pianto un rampone a destra sul ghiaccio, vedo sulla sinistra una colonna bianca, ho paura che sia solo neve, la gratto con la mano, è ghiaccio, è solido, pianto il rampone sinistro, tiene bene, faccio due, tre passi avanzando in spaccata, Pemba è sdraiato sul bordo dell’abisso con il braccio proteso verso di me, lo afferro, altri due passi, sono fuori!

Pochi minuti, pochi minuti in cui ho cercato di mantenere la calma e di ragionare, pochi minuti durante i quali ho sbirciato verso il basso aspettandomi di guardare verso il blu di un tipico crepaccio, ma rimanendo sconvolto nel fissare il nero, il nero infernale di un abisso senza fine.

In giornata siamo al Campo base, il giorno dopo scendiamo a Samagaun, si prende l’elicottero, la sera stessa sono a Kathmandu davanti ad un’enorme bistecca di quasi un chilo!

E’ stata una grande e meravigliosa avventura ma, probabilmente, la maggior soddisfazione di questa esperienza non è strettamente legata alla prestazione sportiva che, comunque, mi ha pienamente soddisfatto quanto, piuttosto, ai primi accordi presi con gli amici nepalesi in merito al mio progetto di realizzare, a titolo completamente gratuito, delle microcentrali idroelettriche per sostenere ed incrementare lo sviluppo di villaggi che abbiano nelle vicinanze un torrente o un piccolo corso d’acqua (tipica situazione di molti insediamenti alle pendici dei grandi ghiacciai himalayani). Ho chiamato il progetto ” Light from Ice” (luce dal ghiaccio delle montagne himalayane) e spero che, nei prossimi anni, possa rappresentare un contributo concreto per lo sviluppo del mio amato Nepal.

Luce, non semplicemente intesa come energia elettrica per illuminare e per soddisfare le esigenze primarie di una comunità, ma anche luce di speranza per la rinascita di un popolo meraviglioso.

Namaste!

Antonio Magliacano

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Galleria fotografica dell’uscita della Sezione Ingegneri d’Alta quota della nostra APD OIR
Apr15

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