2015/2016
Battesimo dell’arco
Stiamo progettando una sezione “tiro con l’’arco” dell’Associazione Polisportiva e per questo, insieme alla Compagnia Arcieri Sagittario Roma abbiamo messo a disposizione una struttura, i materiali ed i loro istruttori per offrirvi quello che in gergo si chiama il “battesimo dell’arco”. La data prevista è sabato 28 ottobre dalle ore 10:00 alle ore 17:00, presso la Compagnia Arcieri Sagittario di Roma, in via di Villa Spada 62. Tutti gli iscritti all’ordine ed i loro familiari (dai 12 anni in poi) che vorranno provare a tirare con l’arco sono invitati a partecipare all’evento e presentarsi in via di Villa Spada 62, facilmente raggiungibile da via dei Prati Fiscali (direzione salaria, vedi locandina). La struttura ha un vasto parcheggio interno e nelle vicinanze è in funzione un bar-tavola calda. Gli Istruttori del Sagittario, dalle 10:00 alle 13:00 e, nel pomeriggio, dalle 15:00 alle 17:00 sono a disposizione per dare i primi rudimenti e consentire la prova. Per consentire una corretta programmazione si richiede di comunicare, entro il 21 ottobre, un paio di preferenze orarie, sarà nostra cura informarvi per tempo del programma di massima. Tutti gli iscritti ed i loro familiari saranno seguiti gratuitamente da istruttori federali utilizzando inoltre le attrezzature ed i materiali messi a disposizione dalla compagnia Arcieri sagittario di Roma Si allega locandina dell’evento. Per iscrizioni e informazioni potete contattare l’Ing. Aniello de Ponte: aniello.deponte@tin.it. Vi...
read moreSantino Gentile – Il mio primo Passatore
Riportiamo con grande piacere un resoconto dell’intensa esperienza vissuta dal nostro amico e collega, ingegner Santino Gentile, che lo ha portato a partecipare e a concludere il suo primo Passatore (100 km da Firenze a Faenza). Firenze, Sabato 27 Maggio ore 15.20 sotto un sole cocente a cui sono poco avvezzo mi trovo in mezzo ad una folla di persone in calzoncini e maglietta. Cosa ci faccio qui? E pensare che meno di cinque anni ero seduto comodamente sul divano di casa, fumavo più di un pacchetto di sigarette al giorno e lo sport lo vedevo solo in TV. Ed ora eccomi pronto a correre ( si far per dire) per 100 km scollinando gli Appennini e arrivando a Faenza meravigliosa città di arte e di ceramiche. Ovviamente non avevo nessuna idea di come sarebbe andata, come tutti i viaggi, e in particolare è vero in un viaggio dentro se stessi (questo è il Passatore) non è importante la meta ma il cammino. Belle parole, si certo, ma comunque non potendo smettere di pensarci, cercavo di ripassare mentalmente i miei punti di forza/deboli: Una buona base aerobica sicuramente dovuta alla pratica del ciclismo. I chilometri percorsi, troppo pochi purtroppo, anche se dopo aver letto il libro di Horowitz “Smart Marathon Training” mi ero un pochino riconsolato. Un raffreddore fortissimo, che mi perseguita ancora oggi. La tattica, semplice ed efficace: tenere i battiti bassi a tutti costi camminando quando “non strettamente necessario” e sperare che il mio apparato muscolo scheletrico avrebbe retto l’enorme impatto delle sollecitazioni di una 100 km (saranno alla fine più di 110.000 passi). Immerso nei miei pensieri sento a malapena lo sparo: Pronti, Via, Partiti! Dopo gli inevitabili minuti di sfilata iniziali, cominciamo finalmente a correre, un caldo infernale, passo lento, controllo il cardio, ma cosa succede? I battiti sono troppo alti, almeno 10 in più del previsto, il caldo si faceva subito sentire, cosa facciamo? Niente non cambia niente, aggiusta un po’ il limite, vorrà dire che camminerai un po’ di più. Dopo 4 km Inizia la salita che porta alla vetta delle Croci passando per Fiesole, le pendenze si fanno subito interessanti, si inizia a camminare, mi accorgo che non ho bisogno di conoscere il percorso a memoria, ci pensa il cuore, è lui la mia guida e senza quasi accorgermene arriviamo in cima. Pieno di energie affronto la discesa con un buon ritmo, leggero quanto basta arrivo a Borgo San Lorenzo. Da qui si comincia a fare sul serio. Stessa tattica ripeto come un mantra “pensa di essere un Tarahumara, vai al minimo”, così riflettevo che anche l’intero pianeta avrebbe tratto giovamento da questa filosofia, purtroppo sappiamo tutti che non è andata così. Passato il muro dei 35 km che più di un muro mi era sembrato uno scalino, arrivo ai 42 km ancora 6,5km di salita. Avanti piano, mi ripeto. I km scorrono molto lentamente, alterno tratti di cammino a corsa fino ai -2km, poi mi rilasso e continuo a correre anche quando il cardio si alza; più mi avvicino al passo più sono numerosi i miei compagni che camminano, io continuo a correre, arrivo al passo che è appena calata la sera. Siamo pronti alla seconda parte del viaggio, Faenza è ancora lontana, però. Lunga sosta, mi cambio completamente senza curarmi del...
read moreBABBO NATALE A CASA TUA
UNA NOBILE INIZIATIVA SEGNALATACI DA UN AMICO A CUI ADERIAMO E DIAMO VISIBILITÀ CON PIACERE. L’Associazione Italiana Sindrome “X Fragile” Onlus presenta l’iniziativa: BABBO NATALE “X FRAGILE” A CASA TUA Se abitate a Roma o nei dintorni e volete rendere unico il tradizionale scambio di regali la sera della Vigilia, potete prenotate la visita di uno splendido Babbo Natale, che all’ora stabilita si presenterà alla vostra porta con un lieto scampanellio per consegnare a grandi e piccini i doni da voi preparati. Per la consegna dei doni direttamente a casa tua chiedono un contributo minimo di 70 euro che sarà interamente devoluto all’Associazione Italiana Sindrome “X Fragile” Onlus per realizzare la CLINICA X FRAGILE presso il Policlinico Agostino Gemelli di Roma. Nell’allegato qui scaricabile o cliccando sulle due foto qui sotto troverete tutti i dettagli. ...
read moreNella Danza del Tempo
dell’Ing. Antonio Magliacano, Presidente della Sezione della nostra Polisportiva denominata: Ingegneri d’Alta Quota. Prigioniero del Tempo, in balia di attimi infiniti e di giorni ora lenti, interminabili, ora brevi, troppo brevi per dare forma ai sogni. Solo, provando invano a seguire i passi della folle danza del Tempo. Solo, sballottato senza un saldo appiglio nel mare del Tempo. Un viaggio, un’esperienza durata un mese o forse un’ora o, più probabilmente, un’intera vita, una vita di pensieri, paure, sogni, esaltazioni, abbattimenti, fatica, gioia e tristezza, profonda nostalgia del profumo di casa. Kathmandu mi accoglie con il solito caos fatto di umanità colorata, traffico impazzito, clacson in continua ed esasperante attività. Amo questo posto e subito mi risento a casa; incontro i miei amici della Cho-Oyu trekking con i quali metto a punto gli ultimi dettagli della spedizione. La stagione è particolarmente piovosa, il monsone non sembra abbia alcuna intenzione di mollare la presa, il trekking di avvicinamento al campo base si presenta poco agevole per le numerose frane lungo il percorso da affrontare. C’è l’opportunità di prendere l’elicottero ad un prezzo ragionevole, non ci penso un attimo, domani si parte per Samagaun, l’ultimo villaggio dal quale inizia la salita verso il campo base del Manaslu. Sono all’aeroporto e già il Tempo sembra voler iniziare a condurre la sua perversa danza, ore ad aspettare in sala di attesa nella speranza che il meteo migliori, gli elicotteri ed alcuni voli locali, diretti verso piccoli aeroporti dell’interno, non possono volare per ragioni di sicurezza, siamo in tantissimi, di tutte le razze, di ogni età, stravaccati su qualche sedile, appoggiati ad un muro, buttati per terra a chiacchierare, a dormire o a giocare a carte. Niente da fare, si torna indietro a Kathmandu, per oggi non si vola, si torna in albergo a non fare nulla, ad aspettare domani…il Tempo rallenta e si dilata. Il giorno dopo si riprova, stessa scena, gente rassegnata che aspetta, aspetta mentre fuori piove, piove senza sosta. Dormicchi con la testa appoggiata a un tavolino quando una mano ti scuote, the helicopter sir, ready to fly. Felicità, come aver vinto la lotteria, si parte, l’elicottero decolla ed il Tempo si restringe, quello che doveva essere un faticoso avvicinamento di cinque, sei giorni, si riduce a cinquanta minuti di volo, un viaggio emozionante tra valli, fiumi, montagne, sorvolando minuscoli villaggi arroccati in luoghi apparentemente inaccessibili, lontanissimi nello spazio e nel tempo. A Samagaun c’è poco da fare, passeggio nei dintorni sino ad arrivare al tempio buddista posto su una collinetta che domina il villaggio. E’ chiuso, busso, un monaco mi apre le porte di un luogo incantato, pieno di colori ed immagini che, in un istante, hanno il potere di trasportarti in una dimensione densa di profonda spiritualità, di nuovo il Tempo rallenta, mi fermo a pensare, forse a pregare, finché il Lama mi si avvicina e mi fa capire che una donazione sarebbe gradita; sorrido, è giusto così e do volentieri il mio piccolo contributo, d’altronde, come si dice, senza soldi non si cantano messe! Il Campo base, come al solito, è una torre di Babele, sto nel settore internazionale ed i miei compagni sono tedeschi, indiani, danesi, svedesi, americani, nepalesi, giapponesi, cinesi, olandesi, turchi…tutti scalpitanti, tutti ansiosi di iniziare l’acclimatamento. Sono un po’ preoccupato perché Pemba, il...
read moreCorrado Pigna – Il mio Elbaman
Riportiamo con grande piacere un resoconto dell’intensa esperienza vissuta dal nostro amico e collega, ingegner Corrado Pigna, che lo ha portato a partecipare e a concludere il suo primo Ironman. Mi chiamo Corrado Pigna ho 55 anni e sono felicemente sposato con Cristina (Ciclista, Podista, Triathleta). Abbiamo 3 meravigliosi figli (Eva 28, Emanuele ed Edoardo 25 anni)! Tutti come me sportivi praticanti agonisti (Ciclismo, Corsa e Triathlon). E’ difficile poter raccontare in poche righe una esperienza così intensa come quella che ho vissuto partecipando e completando con grande felicità il mio primo Super Lungo (3,8km nuoto/180 Bici/42,195 Corsa “Ironman” con buona pace della marchio registrato) e nello specifico “Elbaman” riconosciuto come uno dei percorsi più belli e duri. Soprattutto non si può cominciare senza dire la prima cosa che spero possa essere utile per chi legge e cioè che per arrivare a questo traguardo, che definire estremo non credo sia una esagerazione, è necessaria una programmazione degli allenamenti, supportata da persone esperte, la cui durata e tipologia dipende dallo stato fisico e tecnico da cui si parte nella 3 discipline coinvolte. Nel mio caso tutto è cominciato nel 2013 quando dopo oltre 15 anni di gare in Bicicletta (GF e MF) decisi di mettere in pratica un pensiero che balenava nella mia testa da molto tempo: diventare un giorno un Triathleta ed ancor di più un Ironman. Dalle idee passai alla pratica, contattando le società principali della mia regione (Lazio), trovate consultando il sito della FITRI ed alla fine scelsi con una certa difficoltà considerando la qualità di tutti i teams consultati, la Forhans. All’amico Francesco Quintiliani, che accolse nel Team me e la mia famiglia di sportivi, confidai subito il mio obiettivo nonché sogno (un giorno vorrei essere un Ironman…) e lui fu chiaro nel dirmi: “caro Corrado la Triplice è una disciplina dura per persone toste dove non si improvvisa nulla a partire da uno Sprint figuriamoci per partecipare ad un 70.3 ed ancor di più ad un Ironman quindi ventre a terra con la preparazione, partecipa in progressione alle gare sulle varie distanze ed al momento opportuno si vedrà”. La premessa è stata necessaria per confermare prima di tutto che il grande Francesco aveva ed ha avuto ragione su tutto e questo lo posso affermare ora avendo completato un ciclo di 4 anni che, come aveva raccomandato lui, è trascorso preparandomi in progressione e partecipando a molte gare su tutte le distanze: Sprint, Olimpico, 70.3, per arrivare lo scorso novembre a partire coll’ultima fase cioè una preparazione finalizzata di 10 mesi per partecipare ad Elbaman. La preparazione però non poteva essere improvvisata o “scaricata” da internet e quindi anche in questo caso Francesco è stato prezioso nel presentarmi l’amico Luca Marino, responsabile e coordinatore dell’Ironteam Italia, al quale affidare appunto la preparazione professionale che mi serviva. Ho quindi cominciato con Luca nel nuoto e con Leonardo Fiorella per la parte atletico ciclistica nonché tutto il gruppo eccezionale di amici anch’essi con obiettivi simili al mio, i duri allenamenti ed il percorso che mi avrebbe portato a rendere reale il mio sogno ed ambitissimo traguardo: diventare un Ironman. Tutto è andato come previsto anche per una concomitanza fortunata in ambito lavorativo che mi ha consentito di allenarmi con costanza seguendo i programmi di Luca e Leonardo. Finalmente...
read moreGalleria fotografica della Sezione RunnIng della nostra APD OIR
Ing. Marco Proietti L. Battilomo – Appia Run 2016 E. Di Paolo – Appia Run 2016 E. Di Paolo – Appia Run 2016 E. Di Paolo – Appia Run 2016 Fabiola Cesarini – Appia Run 2016 Fabiola Cesarini – Appia Run 2016 L. Battilomo – Appia Run 2016 Fabiola Cesarini – Corsa di Miguel 2016 C. Pigna – XMilia 2016 S. Gentile – XMilia 2016 M. Minnucci – XMilia 2016 RunnING_OIR Team – XMilia 2016 M. Antinarelli – Roma by Night Run...
read moreGalleria fotografica dell’uscita della Sezione Ingegneri d’Alta quota della nostra APD OIR
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read moreFootGolf
FOOTGOLF L’ASDOIR si conferma sempre più come polisportiva, aprendo anche alle nuove discipline che si affacciano all’interesse dei propri iscritti. Il 13 Settembre 2014, nella splendida cornice del Golf Club di Acquapendente (VT) è stato organizzato per la prima volta un torneo di FOOTGOLF. Complice una splendida giornata di sole, che ha consentito il coinvolgimento anche dei familiari oltre che degli atleti, nonchè la proficua cooperazione con l’AIFG (Associazione Italiana FOOTGOLF) e l’ANCIS POLITEIA (onlus di clown dottori), che hanno entrambe contribuito ad ampliare la platea dei partecipanti, la manifestazione ha riscosso grande successo. Cos’è il Footgolf? E’ una nuova disciplina sportiva, molto seguita nei paesi anglosassoni e che si sta molto espandendo in Sud America, soprattutto in Argentina, in cui si utilizzano i piedi al posto della mazza da golf per mandare in buca un normale pallone da calcio (n. 5). Valgono principalmente le stesse regole del golf, considerando però che le dimensioni delle buche sono proporzionate alle dimensioni del pallone!! Insomma un nuovo modo di divertirsi e trascorrere una giornata all’aperta, questa volta nella splendida campagna a confine tra Lazio, Umbria e Toscana. Naturalmente, al termine della cerimonia di premiazione, non poteva mancare un assaggio della prelibata cucina locale. Seguono foto dei partecipanti durante alcune fasi del torneo e della premiazione ed un breve filmato. Fasi di Gioco...
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